Igiene orale e salute generale:dalla storia antica all’epoca moderna
Dott. Pier Michele Mandrillo
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La cura di denti e gengive ha interessato l’essere umano fin dagli albori della storia del mondo. Tracce di ciò si trovano nelle varie epoche storiche e in tutti in luoghi conosciuti della crosta terrestre. Non vi è, infatti, scavo archeologico di rilievo nel quale insieme a vasi e monili, monete e corredi funebri non siano stati repertati denti, protesi rudimentali, attrezzi per estrarre, curare, “nettare” i denti, per l’appunto, necessari, in tutti i periodi storici, per mangiare, parlare, sorridere... insomma per essere in salute. Denti sani in corpo sano? Sicuramente sì, anche per Diocle di Caristo, medico di Atene e contemporaneo di Aristotele.
Egli infatti esortava a «strofinare ogni mattina i denti e le gengive con le dita e con la polvere di menta, all’interno ed all’esterno, per poter rimuovere le particelle di cibo residuo». Nell’età del bronzo, la Grecia divenne culla dellacultura e del sapere medico. Il serpente diventò emblema di Asclepio, dio greco della medicina, a Cos e Cnido sorsero le prime scuole di formazione e pratica della medicina. Ippocrate (377-460 a.C.), padre della medicina, così scrisse ed insegnò: «… i primi denti si formano dal nutrimento del feto e, dopo la nascita, dal latte materno. Quelli che spuntano in un secondo momento, sono formati da cibo e bevande. I denti da latte cadono generalmente intorno ai sette anni, gli altri sono permanenti e crescono con la persona, a meno che non siano distrutti da qualche malattia».Nel libro “Delle affezioni”, poi, egli fece esplicito riferimento ai «denti mal fissati in bocca», su cui inesorabile agiva l’odontagra, pinza bronzea usata per le estrazioni dentarie. Dell’importanza della pratica dell’igiene orale nella civiltà greca si ha ulteriore conferma in Teofrasto, morto nel 287 a.C., discepolo del più famoso Aristotele, il quale sottolineava che il radersi frequentemente e l’avere denti bianchi era considerata un’indispensabile virtù. Star bene con se stessi e con gli altri, dunque, può dipendere anche dai denti? Sì, tanto che ne erano già assertori convinti nel Medievo i medici della Scuola Sanitaria Salernitana.
Nel testo “Regimen Sanitatis Salerni”, infatti, si legge «al mattin in fresche stille, le man lava e le pupille; indi un po’ qua e là ti rendi ed i nervi alquanto stendi, il tuo crin pettina e arriccia ed i tuoi denti stropiccia: tutto ciò confortar sembra sì lo spirito che le membra». Di ciò, peraltro, aveva già scritto Etienne Bourdet (1722-1789), medico “expert pour les dents”, dentista del re di Francia, nel suo trattato di igiene orale dal titolo “Cure facili per la pulizia della bocca”. Sempre in quegli anni c’era già chi come Fr. Marie Botot produceva industrialmente e commercializzava dentifrici ed acque dentifricie o chi, come Isaac Greewood in America scrivendo su un giornale, si preoccupava di avvisare i lettori che «rimandare è pericoloso, bisogna avere cura dei propri denti per evitare il loro decadimento». Successivi ed innumerevoli studi scientifici realizzati in tutto il mondo da autorevoli ricercatori avvalorano ancor oggi tale convinzione, tanto da poter affermare con ragionevole certezza che, attuando pochi accorgimenti, è possibile vivere tutta la vita con i propri denti in bocca, così come, peraltro, scriveva nel 1800 Spooner nel suo“Guide to Sound teeth”: « …è opinione comune dei dentisti dei nostri giorni che i denti possano essere conservati, nella maggior parte dei casi, fino alla morte». Cosa è necessario fare per evitare danni e perdita dei denti e garantirsi nel tempo uno stato di salute generale della bocca e dei denti? Occorre che ognuno di noi cominci ad investire con successo nella propria salute dentale. Per realizzare e per mantenere nel tempo questo impegno quotidiano, necessario per la manutenzione biologica di denti e gengive, il sapere scientifico, la ricerca clinica e tecnologica nonché le aziende specializzate del settore forniscono informazioni, consigli e nuovi strumenti semplici nell’uso ma efficaci nel risultato (per esempio in questo numero, nelle pagine 10 e 11, verrà presentato un nuovo collutorio: Dentosan Prevent Difesa Denti e Gengive).
Per verificare e controllare il nostro operato abbiamo, poi, degli alleati, il dentista e l’igienista dentale, due figure professionali estremamente competenti e preparate per non farci commettere errori e, comunque, pronte ad intervenire nel caso qualcosa non risultasse perfettamente in buona salute. “Prevenire è meglio che curare“ recita un vecchio adagio che anima l’impegno medico generale, allora, impariamo a conoscere in maniera analitica e dettagliata quali sono le cose da fare, i comportamenti da seguire, gli strumenti da saper usare per ottenere buoni risultati da questa particolare forma di investimento in…salute orale per il benessere globale. Strumento necessario ed indispensabile per pulire la superficie dei denti da eventuali residui alimentari, disgregare e rimuovere la placca batterica, garantire l’esecuzione di corrette manovre di igiene orale. Un rudimentale prototipo di tale strumento risulta essere conosciuto ed usato già dal tempo di Galeno (166-211 d.C.), medico personale dell’Imperatore Settimio Severo oltre che “iatros odonticos”, ovvero medico che cura i denti, il quale consigliava l’uso di piccoli rametti dell’albero Salvadora persica proprio per pulire i denti e massaggiare le gengive. Successivamente si deve ai Cinesi, nel 1498, l’ideazione e la realizzazione dello spazzolino nelle forme e dimensioni da noi oggi conosciute ed utilizzate. In tempi più moderni, tale strumento è costituito da diverse parti, ognuna con un nome preciso: il manico in plastica o celluloide terminante con la testina sulla quale è inserito il ciuffo costituito a sua volta da un gruppo di filamenti o setole di durezza diversa (morbido,medio, duro), meglio se di fibre sintetiche (nylon o tynex). Disponibile in forme diverse: dal regolare al monociuffo (per l’accesso ad aree anatomiche difficili da pulire), da quello interprossimale (come il Dentoprox, utile per accedere a spazi interdentali serrati o in presenza di denti realizzati su protesi fissa) a quello ortodontico (per i portatori di apparecchi ortodontici).
Nella Roma caput mundi, donzelle come Messalina e Ottavia di certo usavano già il “dentifricium”, particolare tipo di pasta morbida ottenuta miscelando a resine vegetali una polvere ottenuta triturando finemente insieme ossa, corna di cervo, gusci di uovo ed ostriche. Spesso a tali componenti venivano aggiunte sostanze astringenti come la mirra ed il nitrum,utili, soprattutto quest’ultimo, per ridare forza ai denti allentati. Oggi, fortunatamente è cambiato di molto il contenuto delle paste dentifricie, soprattutto per merito delle continue ricerche chimiche che permettono l’utilizzo di particolari composti detergenti, poco aggressivi per lo smalto, uniti a sostanze molto efficaci per l’azione antinfiammatoria e la protezione dei tessuti dentali dalla carie, mirate a favorire l’azione di rimineralizzazione dello smalto stesso, oltre che a regalare alito fresco e profumato. Fu Pierre Fauchard (1678-1761) a consigliare l’uso sistematico e quotidiano del collutorio, soluzione liquida ad azione antibatterica ed antinfiammatoria. Negli ultimi dieci anni molti passi avanti sono stati fatti dalla ricerca finalizzata ad ottenere il cosiddetto controllo chimico della placca batterica. L’azione di particolari composti chimici unita allo spazzolamento manuale della placca che si incolla alla superficie di denti e gengive concorre sicuramente e sinergicamente a combattere situazioni dannose per la salute orale e permette di mantenere più a lungo un alito gradevole e profumato. Recentissimi ed importanti studi clinici realizzati in molti centri universitari hanno definitivamente dimostrato la validità d’uso dei collutori nell’igiene orale quotidiana,evidenziando come l’esecuzione due volte al giorno di sciacqui con collutori contenenti in particolare olii essenziali è in grado di ridurre in maniera determinante la placca e la gengivite.