Le malattie delle gengive: informazioni, curiosità e consigli
Il dente, organo fondamentale per la masticazione, è situato nell’osso (sono entrambe strutture dure, forti e resistenti). La radice del dente è rivestita da una sostanza importante, il cemento radicolare, che assicura la crescita e il funzionamento. La casa, per così dire, del dente nell’osso si chiama alveolo dentario. Per impedire che il dente possa spostarsi, viene mantenuto fermo dal legamento alveolo dentale, che funge anche da speciale ammortizzatore per evitare che nella masticazione dente e osso possano venire a contatto pericoloso fra di loro e fratturarsi. Al suo interno, inoltre, sono sistemati degli speciali sensori, che ci permettono di modulare la masticazione verso cibi troppo duri o viceversa troppo molli, oltre che dei complicati interruttori che regolano la percezione del dolore.
Tutto questo importante complesso è ricoperto dalla gengiva, che assicura all’osso protezione e nutrimento grazie ai vasi sanguigni, attaccandosi alla superficie dentale in un punto di sigillo serrato e preciso detto solco gengivale. La gengiva inoltre costituisce anche uno speciale mantello protettivo contro i batteri presenti nella bocca impedendo ad essi e alle loro pericolose sostanze tossiche di colonizzare e distruggere il cemento radicolare. In una bocca sana, questo insieme lavora in perfetta sintonia, senza problemi. Il corretto funzionamento e le buone condizioni di salute del sistema sono rappresentate dall’assenza di:
  • sanguinamento della gengiva;
  • mobilità dei denti;
  • alito cattivo.
Tutto questo importante complesso è ricoperto dalla gengiva, che assicura all’osso protezione e nutrimento grazie ai vasi sanguigni, attaccandosi alla superficie dentale in un punto di sigillo serrato e preciso detto solco gengivale. La gengiva inoltre costituisce anche uno speciale mantello protettivo contro i batteri presenti nella bocca impedendo ad essi e alle loro pericolose sostanze tossiche di colonizzare e distruggere il cemento radicolare. In una bocca sana, questo insieme lavora in perfetta sintonia, senza problemi. Il corretto funzionamento e le buone condizioni di salute del sistema sono rappresentate dall’assenza di:
  • sanguinamento della gengiva;
  • mobilità dei denti;
  • alito cattivo.
Nel linguaggio medico, l’aggiunta del suffisso ite alla parola indicante l’organo denota uno stato di infiammazione dell’organo stesso, dunque di alterazione, di danno, perciò di malattia. Così, la diagnosi del dentista di gengivite, significherà che in corrispondenza delle gengive si è creato un danno reversibile che occorre riparare subito, pena il peggioramento e la possibile evoluzione in parodontite, cioè alterazione o infiammazione del parodonto (sistema di supporto e mantenimento del dente: osso, legamento e cemento). Le gengiviti, molto spesso, possono insorgere in particolari condizioni fisiologiche, quali la pubertà, il ciclo mestruale e la gravidanza. Perché le gengive sanguinano e fanno male? Per l’accumulo della placca batterica sopragengivale e delle concrezioni di tartaro sottogengivale. Se le condizioni di insulto persistono nel tempo, e in presenza di particolari situazioni sfavorevoli (squilibri ormonali, trasmissione eredo-familiare, problematiche sistemiche come il diabete, fumo) comincia un progressivo e inesorabile processo di danneggiamento e distruzione proprio a carico dell’apparato di supporto dei denti, ossia del legamento e dell’osso.
Perché negli adulti i denti “ballano” e poi cadono? Perché la gengiva non riesce più a sigillare e a proteggere. I batteri arrivano a violare la zona di passaggio tra gengiva e osso e si stabiliscono sulle radici del dente e sull’osso. In questo stadio della malattia possono verificarsi frequentemente degli ascessi, detti parodontali, caratterizzati da gonfiore, dolore e lieve mobilità dell’elemento dentario. Nei casi più gravi, il dolore e il gonfiore aumentano e vi può essere la fuoriuscita di pus. I batteri, quindi, giunti a livello delle radici e dell’osso circostante, cominciano la loro inesorabile azione demolitiva dell’impalcatura che sostiene i denti, mettendo in azione le loro micidiali a dannose endotossine. Tra gengiva e osso stesso si formano delle erosioni, o tasche, popolate da migliaia di colonie batteriche. Se non si interviene in maniera opportuna e tempestiva, il danno irreversibile continua a farsi sempre più profondo ed evidente. L’organismo, da parte sua, nell’intento di realizzare una strenua difesa a questo insulto prima ed attacco batterico poi, comincia a circoscrivere il fenomeno, attuando una sorta di isolamento dell’osso malato, il quale concorre ad aumentare il riassorbimento dell’osso alveolare.

Come conseguenza della perdita di osso, i denti mal supportati cominciano a spostarsi e a vacillare. Nelle forme gravi e avanzate si arriva alla perdita improvvisa e inaspettata di uno o più elementi dentali sani. Fino a qualche anno fa, questa patologia, nota con il termine di piorrea, rappresentava il cosiddetto inizio della fine dei nostri denti. Oggi, è possibile realizzare prevenzione e cura, con un risultato clinico o successo terapeutico prevedibile.

Quali tipi esistono?

La forma di minore incidenza, molto rapida nell’evoluzione, nota come parodontite a insorgenza precoce, interessa soggetti giovani. La forma di maggiore incidenza è la parodontite dell’adulto e colpisce soprattutto gli adulti di età superiore ai 35 anni. Le forme più gravi vengono definite parodontiti necrotizzanti.

I segni più frequenti di allarme:
  • grossi depositi di tartaro sopra e sottogengivale;
  • persistenza di gengive arrossate e gonfie;
  • sanguinamento gengivale spontaneo o provocato;
  • retrazione delle gengive;
  • spostamento dei denti;
  • aumento dello spazio tra i denti;
  • sapore sgradevole in bocca;
  • alito cattivo.

Gli ulteriori segni clinici che il dentista nel corso della sua accurata visita cercherà di trovare sono:

  • sondaggio parodontale (misurazione in millimetri di quanto osso è stato distrutto);
  • mobilità dentale.

Cosa fare in presenza di una gengivite?
La prevenzione primaria:

  1. Visita odontoiatrica
  2. Igiene orale professionale
  3. Igiene orale domiciliare

Rimozione e controllo continuo della placca seguendo i consigli dell’odontoiatra e dell’igienista.
La prevenzione secondaria:

  1. Visita odontoiatrica. Attento esame clinico, radiografico ed ematochimico.
  2. Trattamenti odontoiatrici. Rimozione di placca e tartaro sopra e sottogengivale:
    detartrasi con ultrasuoni;
    levigatura radicolare.
  3. Controlli periodici: L’odontoiatra valuta lo stato di malattia, verifica l’eventuale risposta dell’osso e, soprattutto, controlla se il paziente è in grado di eseguire e mantenere una corretta igiene domiciliare, suggerisce eventuali modifiche e correzioni delle terapie precedentemente consigliate. In assenza di buone condizioni di salute parodontale si preoccupa, unitamente all’igienista, di fornire ulteriore ed adeguata motivazione circa l’importanza e la necessità di realizzare attente e scrupolose manovre di igiene e pulizia di denti e gengive.
Molti importanti studi scientifici e statistiche rilevano che ancora oggi, in Italia, circa il 60% degli italiani soffre di forme di malattia parodontale da lievi a gravi. Circa il 10% della popolazione, soprattutto adulti, è ammalata di parodontite grave. Le tante campagne di informazione e prevenzione attuate in questi anni anche dall’OMS hanno contribuito sicuramente a ridurre l’incidenza di questa patologia. La ricerca clinica non ha mai smesso di studiare e capire le cause della malattia, oltre che proporre efficaci rimedi terapeutici. Recentemente è stata scoperta una proteina detta amelogenina che è in grado di rigenerare il tessuto parodontale distrutto dai batteri. Dopo aver superato i rigidi protocolli americani e ottenuto l’approvazione della Food and Drug Administration, questa nuova e potente sostanza rigeneratrice sta trovando un valido e ampio uso anche nel nostro paese. Il suo effetto positivo è, comunque, subordinato a un precedente, necessario e imprescindibile valido trattamento odontoiatrico di risanamento delle zone ossee interessate dalla malattia parodontale che viene praticato dal dentista con la collaborazione dell’igienista dentale, sfruttando tecniche e tecnologie moderne ed avanzate. Allora, se risulta vero, come sostiene qualcuno, che gli occhi dicono chi siamo, e i denti quello che siamo diventati, potenziamo il nostro impegno quotidiano nella “manutenzione” dei nostri denti e gengive, diventeremo sicuramente tutti “più sani e, forse… più belli”.